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Leggere Voltaire è davvero fantastico. Una delle novelle che ci ha particolarmente colpiti è Candido, o ottimismo. Questo libro è un racconto filosofico in grado di racchiudere gran parte delle disgrazie della vita e dei trionfi umani. Si dice che sia stato scritto come satira sull’ottimismo onnicomprensivo sposato da alcuni filosofi tedeschi dell’epoca.

Candido, il cui aspetto generale era quello della semplicità assoluta, è il nipote illegittimo di un barone tedesco. Il barone vive in un castello, dove all’apice del lusso e sotto la guida dello studioso Pangloss, segue i sermoni da lui predicati, che gli dice come questo mondo è “il migliore di tutti i mondi possibili”.

“È dimostrabile”, direbbe Pangloss, “quella cosa non può essere diversa da quello che sono. Poiché, tutto è fatto per uno scopo, tutto deve essere per il miglior scopo possibile. I nasi, osservi, sono stati fatti in modo da sostenere gli occhiali: di conseguenza abbiamo gli occhiali. Le gambe, è normale, sono state create per indossare i pantaloni e sono fornite con loro”.

Gli eventi nel romanzo sono l’antitesi della tutela di Pangloss. Apri il libro a caso e rischi di trovarti nel mezzo di una disavventura. Quasi tutte le catastrofi umane che possono accadere accadono a Candido. Fin da giovane, Candido sembra impigliato nelle ragnatele del dolore da cui apparentemente non riesce a sfuggire.

Quando si innamora della giovane figlia del barone, Cunégonde, il barone lo espelle da casa. Subito dopo viene arruolato nell’esercito dei bulgari. È qui che si allontana dal campo per una breve passeggiata e viene brutalmente flagellato come un disertore. La sofferenza e il pericolo diventano presto i compagni costanti di Candido.

Leggere Candido, o ottimismo di Voltaire è un gran piacere

Candido fugge dalla diabolica malizia della vita verso destinazioni in tutto il mondo, la sfortuna lo perseguita come un nemico implacabile. Per quanto Pangloss sia saldo nella sua filosofia, la semplicità di Candido viene presto sostituita dallo scetticismo mentre lotta per trovare una giustificazione per tutta l’angoscia umana a cui aveva assistito.

Voltaire getta anche una luce penetrante sull’ipocrisia e la corruzione della religione organizzata attraverso i personaggi che compaiono nella storia. Il lettore viene a sapere della figlia di un Papa, un feroce Inquisitore Cattolico, che ha un’amante; e un frate francescano che è un ladro, nonostante il voto di povertà che aveva fatto. Voltaire presenta anche un colonnello gesuita omosessuale.

Tuttavia, Candido, contrariamente al significato del titolo è un libro molto complesso. Accanto alla calamità c’è la gioia, e accanto al dolore e alla morte c’è una celebrazione della vita. In vari punti, Candido crede che Cunégonde, Pangloss e il barone siano morti, solo per scoprire in seguito che erano sopravvissuti. Per quanto queste “risurrezioni” sembrino in disaccordo con il tono generale del romanzo, forse, proprio a causa loro, il lettore conosce il vero motivo dello scrittore.

Con la sua squallida tela di miseria, Voltaire potrebbe aver esaltato la resilienza dello spirito umano e il suo trionfo sulle avversità. Forse nel dipingere i vizi dell’uomo, ammirava anche le virtù dell’umanità. Tuttavia, lungi dal deridere l’ottimismo, rinuncia al nichilismo. Il suo romanzo è un racconto eloquente delle vicissitudini della vita e dell’ascesa e del declino delle fortune dell’uomo.

Così, nel dialogo espansivo tra i suoi due personaggi principali, apprendiamo che Candide è tutt’altro che semplice, né Pangloss è completamente un vecchio pazzo. Nonostante fossero guerrieri maltrattati, avevano una riverenza e un desiderio di vita nonostante la tortura fisica e mentale che aveva inflitto loro.

Il romanzo rivela…

il lato romantico di quando intendi leggere Voltaire. L’amore tra Candide e Cunegonda, come quello tra Femina Daza e Florentina Ariza in “L’amore di Marquez ai tempi del colera”, resiste, nonostante le tante delusioni e le devastazioni della vita. Il fatto che avesse continuato ad amare una donna per tutta la vita nonostante le macerie nella sua anima era un altro segno del suo indistruttibile ottimismo.

Finalmente, dopo i travagli di una vita che a volte gli hanno fatto venire voglia di tagliarsi la gola, Candido trova pace nella vita semplice dell’agricoltura. In qualche modo, la sua ultima lezione al lettore è che la natura, non è solo un luogo da visitare, è la nostra casa. Leggere Candido è un piacere senza fine e un giro sulle montagne russe di gioia e tristezza. In esso ci sono parti della nostra vita che conosciamo perfettamente. Il libro è un vero classico e una straordinaria celebrazione della letteratura.

Ringraziamo la book blogger di volandosuilibri.it, Francesca Fiorino, per averci consegnato uno squarcio meraviglioso di quanto sia bello amare la lettura.

Redazione
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